European Academy of Neurology |
Le risposte infiammatorie all'interno del cervello e del midollo spinale, così come il loro coinvolgimento nei disturbi del sistema nervoso, segneranno quindi il tema del 5° congresso dell'Accademia Europea di Neurologia che mira a migliorare le conoscenze sui percorsi delle condizioni neurologiche e rivedere i trattamenti attuali e futuri per la neuroinfiammazione.
Oltre alle malattie neurologiche classiche come la sclerosi multipla (SM), si ritiene che i processi infiammatori siano coinvolti nell'etiopatologia di malattie precedentemente considerate "non infiammatorie", tra cui il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), i disturbi del movimento, ictus, emicrania ed epilessia. La ricerca negli ultimi anni ha evidenziato questo ruolo critico dell'infiammazione e questa maggiore comprensione delle condizioni neurologiche apre ora nuove intriganti vie per nuove strategie terapeutiche.
Il simposio plenario dell'incontro discuterà queste condizioni infiammatorie appena classificate e indagherà sulla relazione tra neuroinfiammazione, i suoi trattamenti e lo sviluppo di malattie neurologiche. Tra i diversi interventi segnaliamo quello della dottoressa Annamaria Vezzani, dell'Istituto di ricerche farmacologiche IRCCS-Mario Negri di Milano, che ha presentato i risultati di modelli animali che dimostrano il ruolo dell'infiammazione nelle crisi epilettiche. La ricerca del professor Vezzani spiega potenziali bersagli cellulari e molecolari per lo sviluppo di farmaci per l'epilessia, espandendo il portafoglio disponibile di opzioni di trattamento attualmente disponibili.
Riportando l'articolo presentato al congresso dalla dottoressa Annamaria Vezzani (in inglese) l'accompagnamo con breve sintesi divulgativa a cura della redazione che non impegna gli autori - si rimanda comunque alla lettura diretta dell'articolo):
"L'epilessia è una malattia neurologica cronica caratterizzata da una propensione perenne a generare convulsioni. I processi patogeni di generazione e ricorrenza delle crisi sono oggetto di intense indagini che consentirebbero lo sviluppo di nuovi trattamenti che prevengano le crisi epilettiche e riducano il numero di crisi.
Nuove terapie sono particolarmente necessarie per le epilessie farmacoresistenti, che colpiscono oltre il 30% dei casi.
Negli ultimi 20 anni di ricerca sperimentale e clinica, la neuroinfiammazione si e' rivelata una risposta patologica del cervello in seguito ad eventi che possono indurre lo sviluppo della epilessia, come un danno ischemico, traumatico, una infezione virale che coinvolge in cervello, uno stato epilettico o la presenza di malformazioni dello sviluppo corticale.
Questa risposta neuroinfiammatorie porta alla produzione di molecole infiammatorie che sono coinvolte nella generazione delle crisi epilettiche, del danno alle cellule nervose e alla compromissione delle funzioni di apprendimento e memoria. Farmaci particolari che bloccano gli effetti nocivi di queste molecole infiammatorie possono avere un effetto terapeutico in forme di epilessie farmacoresistenti.
Una maggiore comprensione della neuroinfiammazione e dei meccanismi dell'epilessia hanno identificato dispositivi cellulari e molecolari per nuove terapie che potrebbero superare i limiti dei farmaci attuali, che forniscono solo il controllo sintomatico delle convulsioni.
Inoltre, mediatori dell'infiammazione nel il sangue e l'imaging molecolare della neuroinfiammazione potrebbero essere diagnostici, prognostici e biomarcatori predittivi per l'epilessia, che saranno strumentali per la stratificazione delle persone con epilessia in futurio studi dinamici. "
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