Farfalle d'Italia
e ... dell'Emilia-Romagna ...

Cultura - arte - La Farfalletta di Luigi Sailer, 1825 Milano -1885 Modena, insegnante.

La vispa Teresa
avea tra l'erbetta
a volo sorpresa
gentil farfalletta,

e tutta giuliva
stringendola viva,
gridava a distesa:
"L'ho presa! l'ho presa!"


A lei supplicando,
l'afflitta gridō:
"Vivendo, volando,
che male ti fo?

Tu, sė, mi fai male
stringendomi l'ale!
Deh! lasciami; anch'io
son figlia di Dio".

Confusa, pentita,
Teresa arrossė,
dischiuse le dita
e quella fuggė.

Dedicata a una principessina Savoia - Carignano: "una bambina incorreggibile, perchč male avvezza".

Nel 1917 Trilussa, Alberto Salustri, aggiunse nuove strofe, dedicando la nuova versione all'attrice Dina Galli;

LA VISPA TERESA

La vispa Teresa
avea tra l'erbetta
a volo sorpresa
gentil farfalletta,

e tutta giuliva
stringendola viva,
gridava a distesa:
"L'ho presa! l'ho presa! "

A lei supplicando,
l'afflitta gridò:
"Vivendo, volando,
che male ti fo?

Tu, si, mi fai male
stringendomi l'ale! 
Deh! lasciami; anch'io
son figlia di Dio" .

Confusa, pentita,
Teresa arrossì,
dischiuse le dita
e quella fuggì.

Se questa è la storia,
che sanno a memoria
i bimbi di un anno,
pochissimi sanno
che cosa le avvenne
quand'era ventenne!

20enne

Un giorno di festa,
la vispa Teresa
uscendo di chiesa,
si alzava la vesta
per farsi vedere
le calze chiffonne
ché a tutte le donne
fa molto piacere.

uscendo di chiesa

Armando, il pittore,
vedendola bella,
le chiese il favore
di far da modella. 
Teresa arrossì...
ma disse di sì.
"Verrete?" - "Verrò.
Ma badi, però... "
"Parola d'onore!  "
rispose il pittore.
t'ho presa

Il giorno seguente,
Armando l'artista,
stringendo fremente
la nuova conquista,
gridava a distesa:
"T'ho presa! t'ho presa! 
Ma a lui supplicando
Teresa gridò:
"Su, su, mi fa male
la spina dorsale,
Mi lasci ché anch'io
son figlia di Dio...
Se ha qualche programma
ne parli alla mamma...".
A tale minaccia,
Armando tremò,
dischiuse le braccia...
ma quella restò.


vennero conti
Perduto l'onore,
sfumata la stima,
la vispa Teresa
più vispa di prima,
per niente pentita,
per niente confusa,
capì che l'amore
non è che una scusa.

la dava

Per circa sei lustri
fu cara a parecchi:
fra giovani e vecchi,
fra oscuri ed illustri,
la vispa Teresa
fu presa e ripresa.

Contenta e giuliva
s'offriva e soffriva.
(La donna che s'offre,
se apostrofa l'esse,
ha tutto interesse
di dire che soffre).

 

Ma giunta ai cinquanta
con l'anima affranta,
col viso un po' tinto
col ersto un po' finto,
per torsi d'impaccio
dai prossimi acciacchi,
apriva uno spaccio
di sali e tabacchi.

50

 

Un giorno un cliente,
chiedendo un toscano
, le porse la mano
così... casualmente:
Teresa la prese l
a strinse e gli chiese:
"Mi vuole sposare?
Farebbe un affare!  "

Ma lui di rimando rispose:
"No, no!... Vivendo e fumando
che male ti fo?"
Confusa e pentita
Teresa arrossì,
dischiuse le dita
e quello fuggi.

cliente

 

Ed ora Teresa,
pentita davvero,
non ha che un pensiero:
d'andarsene in chiesa.
Con l'anima stracca
si siede e stabacca,
offrendo al Signore
gli avanzi di un cuore
che batte la fiacca.

chiesa

 

Ma spesso fissando
con l'occhio smarrito
la polvere gialla
che resta sul dito.
Le sembra il detrito
di quella farfalla
che un giorno ghermiva
stringendola viva.
Così, come allora,
Teresa risente
la voce innocente
che prega ed implora:
"Deh! lasciami! anch'io
son figlia di Dio!


"Fu proprio un bel caso!
- sospira Teresa fiutando la presa
che sale nel naso -
Se qui non son lesta
mi scappa anche questa!"

E fiuta e rifiuta,
tossisce e sternuta:
il naso è una tromba
che squilla e rimbomba
e pare che l'eco
si butti allo spreco ...

vispa teresa starnuta


Tra un fiotto
e un rimpianto
tra un soffio
e un eccì!
La vispa Teresa...
lasciamola li.

 

altri si sono cimentati in arricchimenti pių o meno poetici.