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Introduzione

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Una conseguenza della promulgazione della Direttiva Habitat da parte dell’Unione Europea è stata che lo studio delle farfalle diurne italiane ne ha tratto considerevole impulso. Ben 18 specie di farfalle (di cui due ‘assimilate’), fra quelle appartenenti alla nostra fauna (6,4% del totale), sono oggi considerate minacciate a livello europeo e sono quindi incluse nelle Appendici 2 e/o 4 della Direttiva. Altre due specie sono al momento elencate solo nell’Appendice 2 della Convenzione di Berna. Per far fronte agli obblighi imposti dalla DH, oltre 4.000 SIC sono stati proposti, a livello nazionale, e successivamente accettati dalla UE. Al fine di assicurare che tali specie possano godere di un soddisfacente stato di conservazione, per ognuna di esse, caso per caso nelle diverse ZSC dove sono presenti, dovranno essere messe in atto le pratiche di conservazione attiva che saranno suggerite da specifici Piani d’Azione, fra cui il management dell’habitat. Il monitoraggio delle popolazioni consentirà infine di valutare gli effetti conservazionistici delle attività intraprese. Numerosi operatori sull’ambiente, più o meno compiutamente professionali, si sono quindi aggiunti al numero, peraltro sempre in crescita, degli amateurs di questo affascinante gruppo d’insetti.

Molte di queste attività hanno contribuito allo sviluppo delle nostre conoscenze sulla biologia delle farfalle e le nostre informazioni sui cicli di sviluppo e sulle piante nutrici dei bruchi di diverse specie sono oggi molto più precise e di maggiore dettaglio di quanto ciò non fosse in passato. Anche a livello faunistico, questo rinnovato interesse ha contribuito a migliorare considerevolmente lo stato delle conoscenze sulla no- stra fauna, consentendoci sia di meglio definire la distribuzione delle varie specie sul nostro territorio nazionale, sia di rinvenire diverse entità la cui presenza in Italia non era precedentemente conosciuta. Alcune specie interamente ‘nuove’ per la scienza sono state poi descritte in tempi recenti.

In seguito ai nuovi rinvenimenti che si sono succeduti negli ultimi anni, oggi sappiamo che in Italia vivono almeno 283 specie di farfalle diurne. Rispetto alle attuali liste, le nuove specie saranno incluse in un prossimo aggiornamento della Checklist. Lo status tassonomico di una sola di queste, Melitaea telona, è ancora dubbio, mentre altre quattro o cinque possono soggettivamente essere considerate specie distinte o anche ‘sottospecie’ di un’altra entità.

L’indubbia ricchezza della nostra fauna rende l’Italia il paese con la biodiversità più elevata dell’intero continente europeo, mentre il secondo, in ordine di ricchezza spe- cifica, è la Spagna. Per un ulteriore raffronto, basta considerare che in Gran Bretagna sono residenti solo 54 specie di farfalle (altre tre vi compaiono regolarmente come migranti), mentre le specie presenti in Turchia, che rappresenta il Paese più ricco di farfalle diurne nell’intera area euro-mediterranea, sono 357.

Una tale abbondanza di specie, concentrate su di una superficie relativamente pic- cola, com’è quella del nostro Paese, contribuisce ad aumentarne il valore conserva- zionistico, ma contemporaneamente tende a rendere più difficoltoso il lavoro dei molti operatori, non sempre strettamente specialisti, che, nei vari contesti, devono occuparsi di questi insetti. Le specie italiane appartenenti a molti generi di Lepidot- teri diurni, come Pyrgus, Melitaea, Erebia, o anche Polyommatus possono essere obiettivamente difficili da identificare sul campo.

Il libro di Roberto Villa, Marco Pellecchia e Giovanni Battista Pesce affronta in par- ticolare quest’ultimo problema e fornisce al lettore un inedito sistema di raffronti basato su 13 compatte tavole sinottiche. In queste tavole sono mostrate le principali differenze fra le specie affini, non solo per quanto riguarda gli adulti dei due sessi, ma anche fra i rispettivi stadi preimaginali. Ad ogni specie trattata, infine, è collegata una scheda descrittiva che contiene informazioni di maggiore dettaglio, volte a consentire l’identificazione nei casi che rimanessero dubbi.

Questo libro, che racchiude i risultati della pluridecennale attività di ‘allevatore’ di Roberto Villa e quella di studioso, osservatore e descrittore di Marco Pellecchia e Giovanni Battista Pesce, sarà certamente utilissimo sia agli operatori professionali in materie ambientali, sia ai molti entomologi dilettanti, sia giovani, sia anche meno giovani.

Emilio Balletto